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Immagine del simpatico personaggio dei cartoni animati da macellaio. Superare gli ostacoli

Pensieri che colpiscono

Qualche giorno fa, in coda al supermercato, davanti a me una coppia di signore discute sull’approccio migliore per superare gli ostacoli. Interessata, rifletto immediatamente sul mio tipo di approccio: prendere gli ostacoli di petto, pur con l’assunzione di qualche rischio… Prima di sparire all’interno del supermercato, le due signore fanno riferimento ad una certa parabola del macellaio e a quanto sia illuminante per il quesito esistenziale in questione. Memorizzo l’informazione e mezz’ora dopo carico le borse della spesa nel baule e mi siedo in auto con la voglia di saperne di più su questa storia del macellaio. Googlo per qualche minuto dal mio smartphone e voilà, la trovo e inizio a leggere…

Un bravissimo macellaio, anno dopo anno, continuava ad usare lo stesso coltello senza che questi perdesse mai il suo filo delicato e preciso. Dopo una vita di servizio, era ancora uno strumento utile ed efficace, come nuovo. Quando qualcuno gli chiedeva il suo segreto, egli rispondeva: “Seguo la linea dell’osso duro, non cerco né di tagliarlo, né di spaccarlo. Non cerco di competere in nessun modo con esso: vincerebbe lui e distruggerebbe il mio coltello.” Questa storiella insegna che nella vita di tutti i giorni si deve seguire il corso degli ostacoli, cercare di attaccarli frontalmente avrebbe il solo effetto di distruggere gli strumenti. E al contrario di ciò che sostengono alcuni, gli ostacoli non costituiscono solo l’esperienza di una persona o di un gruppo di persone, ma rappresentano un’esperienza universale.

L’autore di questo pensiero si chiama Bruce Lee, credo non servano presentazioni. È tratto dal suo libro “Pensieri che colpiscono”, in cui sono raccolti per temi moltissimi suoi aforismi. Come spesso accade, una citazione di altri sa dar voce ai nostri pensieri, ma con una chiarezza e un’acutezza psicologica a noi inaccessibile. Una parabola che sembra conoscermi meglio di quanto non mi conosca io. Scoperta per caso, o proprio no, durante l’attesa in coda ai tempi del Corona.