Il bello di perdersi
Chi è idealista, chi ha fede nella forza delle idee e nel valore dei principi ideali, vive ciclicamente delle fasi di difficoltà. Lo considero un po’ come un momento per “tarare le idee”, riaccordare pensieri che stonano. Mi capita di vivere queste fasi più o meno ogni due anni, indipendentemente da ciò che ho o non ho in quel momento nella mia vita. Non ho compreso da molto che tutto ciò è del tutto naturale e salutare, che non ha niente a che vedere con un mio mal di vivere o dall’essere incontentabile. Si tratta di fasi in cui è opportuno fermarsi a pensare, fare ordine, per ritrovare quel sentiero, fatto di idee, sogni e desideri, che sembra sparito nel nulla e che per proseguire sarà necessario ritracciare. Per approfittare al meglio della situazione accolgo di solito con riguardo questi momenti di difficoltà e di spaesamento, do loro il benvenuto con un sorriso e cerco di conviverci, riconoscente e fiduciosa, perché so che serviranno a capire qualcosa di utile e prezioso. Non ho fretta di capire, aspetto che la “lezione” risuoni forte e chiara dentro di me. Questi momenti difficili sono molto diversi da quelli di “super-action”, di frenesia, di energia profusa senza sosta. Rallenti, ti concentri e acutizzi i sensi perché ti viene voglia di silenzio e di tornare ad ascoltare la tua voce interiore e cosa ha da dirti. Mentre vivo queste fasi so che sarà faticoso, so che ci vorrà del tempo e tanta amorevole pazienza verso me stessa. Tuttavia sono serena perché assaporo quanto mi aspetterà una volta ritrovate le tracce del sentiero perso e la direzione da prendere.
La vita è cambiamento; è un perdersi per ritrovarsi, inevitabilmente. Un’incredibile e vitale opportunità per “sentire” sempre più forte ciò che siamo e ciò che vogliamo diventare.