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Curiosità

I fattori “c” – Parte III: curiosità, correre, credere

Curiosità, consapevolezza, connessione, compassione, condivisione, cuore… molti sostantivi che iniziano con la lettera “c” hanno alimentato  la mia volontà e il mio procedere giorno per giorno, aiutandomi a fare chiarezza e a capire in che direzione dovevo andare, per il mio bene. Con questa raccolta di “c” ho il desiderio di condividere alcuni concetti importanti, possono essere d’aiuto e d’ispirazione. Ciò che si vive è la più concreta forma di apprendimento nella propria evoluzione personale. Niente sarebbe comprensibile attraverso un semplice consiglio o suggerimento, le cose vanno vissute per essere recepite. Mi auguro che questo scritto possa essere di conforto e di ausilio a tutti coloro che, come me, si sono trovati in cerca della propria strada e del proprio compito.

Eccovi le tre “c” di questa terza domenica, buona lettura e buon divertimento!

7) Curiosità

Un termine che mi piace un sacco, un sostantivo che racchiude la chiave per aprire tutte le porte alla conoscenza: l’essere curiosi. Fare domande per apprendere, per conoscere, per entrare in contatto con l’altro. Se faccio un balzo indietro nel tempo non posso fare a meno di ricordare quanto l’Arianna bonsai fosse sin da piccola una creatura che voleva sapere tutto. Una gita in montagna, un documentario, un libro, una parola nuova pronunciata da un adulto, il nuovo suscitava in me già allora grande interesse. Tutto ciò che raccoglievo dopo i miei mille “perché” diventava gustoso ingrediente di vita. La piccola grande cosa appresa un minuto prima, un minuto dopo era già collocata in un contesto o in un’ esperienza. Una magia alla quale tutti abbiamo accesso, dopotutto. Fare domande alle persone, in seguito diventata una deformazione professionale, è quasi un’ossessione per me. Ma attenzione, non mi interessa sapere tutto. Mi interessano i pensieri, i progetti, i sogni, le ispirazioni. Conoscere e apprendere quelli degli altri mi è utile per tarare i miei, per capirmi meglio. Voler approfondire, andare oltre le apparenze… “Sii curiosa e impara almeno una cosa al giorno,  mi ha detto un giorno un saggio amico; aveva proprio ragione.

8) Correre

Correre mi ha salvato la vita, un po’ come per Forrest Gump, ricordate? Quando la testa non ragiona più, quando mi intorto con pensieri ossessivi non trovando via d’uscita, quando voglio trovare un’idea e ossigenare la mente, mi infilo le scarpette e vado a correre. Con il sole, con la pioggia, con la neve, con il vento. Nella natura, possibilmente, dove mi piace anche abbracciare gli alberi per calmarmi (si chiama silvoterapia, andate a cercare). Mi piace variare il percorso, imboccare sentieri nuovi, cambiare il senso di marcia. Non mi fa annoiare, scopro prospettive diverse, se poi non ho la musica nelle orecchie mi piace sentire il ritmo del mio respiro, i rumori delle scarpette sul terreno, il vento fra gli alberi. Ora correre è un’abitudine che mi impongo a prescindere, che mi diverte, che mi rilassa, che mi rimette in sesto. È uno sport accessibile a tutti, economico e dai molti benefici.  Scegli tu percorsi, tempi e velocità. Ti serve solo un buon paio di scarpette, piedi e mani calde (in inverno) e il coraggio di alzarti dal divano e andare alla ricerca di un luogo in cui possa prenderti mezz’ora di tempo, magari per due-tre volte la settimana, per stare bene. Ricorda che le sensazioni date da una bella corsa sono molto meglio di quelle date dallo stare lì seduti pensando di voler andare a correre!

9) Credere in se stessi

Ci credi e basta. Non devi pensarci troppo sopra. Per un certo periodo mi hanno incuriosita i lavori di coach o motivatori di varia natura. Un mestiere fantastico, se hai davvero le caratteristiche giuste per svolgerlo e le competenze, una grande presa per “l’altra C” quando equivale a manipolare e fare business sugli sfigati, sui perdenti, su quelli che non ce la faranno mai, finché non capiscono da soli che la loro stagnante situazione dipende solo esclusivamente da loro.  Credere in se stessi non ha nulla a che vedere con il successo che otteniamo, credere in se stessi significa sapere quali sono i nostri talenti, le nostre potenzialità e coltivarle per raccoglierne, ognuno con la propria personalissima visione, i frutti. Potrò ripetere mille mantra, leggere le storie più incredibili di chi è partito dal basso e ce l’ha fatta, frequentare i corsi più originali in cui qualcuno, più furbo di me, mi dirà che ce la farò solo se seguirò i suoi consigli. Per credere in te, in realtà, hai già tutto ciò che ti occorre (ed è gratis…). È già dentro di te, ma devi volerlo vedere, riconoscerlo, tirarlo fuori, spolverarlo. Ascoltati, guardati, stai in silenzio e fatti le domande giuste per capire chi sei e cosa vuoi diventare. La via per scoprire chi sei non passa dal confronto con gli altri ma dall’osservare se stai realizzando le tue potenzialità nel modo migliore che conosci.

A domenica prossima, con le ultime tre “c”!