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Compassione

I fattori “c” – Parte II: compassione, cuore, culo

Coraggio, consapevolezza, connessione, compassione, condivisione, cuore… molti sostantivi che iniziano con la lettera “c” hanno alimentato  la mia volontà e il mio procedere giorno per giorno, aiutandomi a fare chiarezza e a capire in che direzione dovevo andare, per il mio bene. Con questa raccolta di “c” ho il desiderio di condividere alcuni concetti importanti, possono essere d’aiuto e d’ispirazione. Ciò che si vive è la più concreta forma di apprendimento nella propria evoluzione personale. Niente sarebbe comprensibile attraverso un semplice consiglio o suggerimento, le cose vanno vissute per essere recepite. Mi auguro che questo scritto possa essere di conforto e di ausilio a tutti coloro che, come me, si sono trovati in cerca della propria strada e del proprio compito.

Eccovi le tre “c” di questa seconda domenica, buona lettura e buon divertimento!

3) Compassione

Una parola pericolosa, quando esprime una reazione negativa sottolineata dal disprezzo. Io voglio celebrare questa parola per il suo significato di “PATIRE CON”. Condividere e partecipare alle sofferenze altrui con il desiderio di alleviarle. Non è un sentimento che guarda dall’alto verso il basso, è l’atto di immedesimarsi veramente nell’altro. Sentire, vivere insieme la sua esperienza. Comprenderla e cercare di alleviare le sue sofferenze. La compassione è entrata a far parte del mio quotidiano da quando ho iniziato a collaborare per un’associazione che lavora nel sociale, SOS Debiti. Ricordo quando in punta di piedi sono entrata in contatto con questa attività e ho affrontato il mio primo caso. Non è stato facile, all’inizio, aiutare senza giudicare. Entri nelle case delle persone, nelle vite delle persone, nei bilanci famigliari delle persone. Respiri le loro ansie, i loro dubbi, le loro sconfitte. So cosa significa perdere un lavoro, dover andare avanti a lottare per pagare le bollette, dover chiedere dei sussidi, delle rateizzazioni, dei condoni. So quanta difficoltà ci sia, soprattutto per noi svizzeri, nel chiedere aiuto, quanto ci si senta a disagio senza una certa stabilità finanziaria. Oltre al disagio di tipo pratico e amministrativo si rischia l’isolamento sociale, ci si chiude sempre più in se stessi, si trovano scuse anziché soluzioni, ci si adagia in una situazione dalla quale non si riesce più ad uscire, mancano le forze, la fiducia, ci si ammala.

Il divario fra coloro che guadagnano forte e coloro che faticano a sopravvivere pur lavorando è sempre più ampio.  Non ci sono al momento soluzioni a lungo termine, la Confederazione, i Comuni, i datori di lavoro, devono trovare insieme e di comune accordo delle soluzioni lungimiranti. Io, nel mio piccolo, mi trovo ogni giorno confrontata con persone che non giudico e che accompagno per poter affrontare ogni nuovo giorno magari con una piccola ansia in meno. Sono grata di aver potuto uscire da una certa cecità e indifferenza sociale per entrare in contatto con persone che hanno saputo chiedere aiuto e che desiderano trovare la strada per uscire dalle loro sofferenze. Una sfida, un modo per continuare a ritrovare la voglia di sognare e di fare progetti. Più compassione e meno critica (un’altra parola con la c…) e potremmo ottenere molti più risultati.

4) Cuore

Eccolo là. Quella sorta di pomodoro allungato, nemmeno tanto bello, che teniamo in petto e nel quale albergano i nostri sentimenti. Cuore, impulsi, affetti, amore. Un gran casino, soprattutto quando facciamo di tutto per chiedere, trattenere, possedere amore, senza averlo dapprima riversato nei confronti di chi dovremmo davvero amare più di ogni altra al mondo: noi stessi. Quando ho iniziato a bastarmi da me, ad apprezzarmi, ad amarmi, a pensare che non dovevo andare alla ricerca dell’altra metà della mela ma che ero già mela intera tutta da sola, le persone e le cose giuste per me hanno incominciato ad arrivare. È necessario sperimentare, capire cosa vuoi davvero, fare delle esperienze, rimanere delusi, investire in persone sbagliate. Poi, col tempo, quando comprendi che la formula di una relazione soddisfacente è 1+1=3 e non solo 2, e non mi riferisco all’avere dei figli, capisci tutto. E attirerete le persone giuste per voi e per il vostro percorso evolutivo.

5) Culo

Suvvia, non arrossite! Sedere, deretano, popò, posteriore, lato B, natiche. Dategli il nome che preferite, è sempre e comunque argomento di discussione e sinonimo di fortuna. La fortuna non esiste, fatevene una ragione. Esistono le potenzialità da curare, le occasioni da cogliere al volo, i treni da prendere senza stare troppo a pensarci sopra. Questo sì. E se state invece pensando a quella fortuna da vincita al lotto, sono sicura che sia anch’essa legata a ciò che è buono e giusto da attrarre a sé per capire e crescere. Se hai fame ti sarà più utile la canna da pesca che una cesta di pesci caduta dal cielo. Nei momenti più bui e difficili, mai ho pensato di giocare al lotto, alla schedina o di far girare quadrifogli, coccinelle o altri portafortuna sulla bacheca della mia pagina fb. Ho agito, cercato nuove strade, soluzioni, smesso di trovare alibi. Con costanza, resilienza, fiducia. E nel mentre, ho chiesto di poter far entrare nella mia vita l’abbondanza. Se chiedete l’abbondanza, o meglio, se lasciate che l’abbondanza abbia accesso alla vostra vita, di sicuro arriverà. Ma state attenti, sappiate riconoscerla e apprezzarla, molto spesso è già lì con voi ma ve la state perdendo perché siete ciechi, incontentabili o non perfettamente nel qui e ora. Pensateci…

A domenica prossima, con le altre tre “c”!