Cara mamma ti scrivo…
“L’album di famiglia è da qualche parte in garage, sotto pile di scatoloni impolverati. E non mi piace neppure averti “esposta” in casa, preferisco ricordarti in altro modo. Sapevi sempre di buono, un odore di mamma, che non potrei più descrivere con certezza. Un misto fra odore di casa e di sapone di Marsiglia, di sugo di pomodoro fresco e di lacca per capelli. Per la festa della mamma voglio ricordarti così, sofficemente. Come il giorno in cui hai deciso che qui non c’era più nulla da compiere e in pochi giorni, prendendo tutti alla sprovvista, te ne sei andata. Il giorno seguente ha nevicato copiosamente, a te piaceva tanto la neve, e ricordo quanto tutto quel bianco, tutto quel luccichio sulle strade, andasse a cozzare con la tristezza che sentivo dentro. Sarebbe stato più facile piangerti con la pioggia. Invece il cielo ha coperto tutto di bianco, per poi tornare sereno, con quel cielo azzurro di gennaio, lucido e sfrontato. Quando sei partita ho avuto il desiderio di sapere di più di te da ragazza, volevo nutrirmi di racconti, testimonianze del tuo vissuto. Le storie che raccontano le mamme ai figli sono sempre un po’ romanzate, esagerate, ritoccate. Aiutano ad essere digerite meglio, soprattutto quando non sono storie facili da raccontare. Ora, più o meno adulta, mi piacerebbe ritrovarti oggi alla mia età, cara mamma Lella, e davanti ad un bicchiere di fendant, che a te piaceva tanto, fare una bella chiacchierata, da mamma a figlia e da figlia a mamma, a volte invertendo i ruoli, fino alla magia del confronto da donna a donna. Abbiate cura delle vostre mamme, se ancora le avete accanto, chiaritevi, parlatevi, perdonatevi, se serve. O anche solo ascoltatevi, con grande consapevolezza. Un abbraccio a tutte le mamme.” Arianna